E' sempre molto arduo riuscire ad ottenere un valido successo quando si tenta di portare un romanzo così affascinante e profondo come quello di Patrick Suskind su grande schermo. Anche in questo caso, nonostante le buone qualità tecniche e scenografiche, l' opera che ne è emersa lascia molto a desiderare soprattutto nei contenuti. Spesso purtoppo accade che in seguito a "esigenze" commerciali si debba far fronte a censure o a accomodamenti di aspetti che non potrebbero venire apprezzati da un pubblico medio(cre) o dai soliti casual viewer, ed è proprio ciò che accade in questa circostanza. Detto questo bisogna anche evidenziare però che il film si può vantare di un ottima recitazione da parte degli attori, in particolare dell' evergreen Dustin Hoffman sempre al top delle prestazioni e che non ha mai perso la flemma artistica dai tempi de Il Maratoneta. Inoltre è bellissima anche la fotografia che sfoggia delle stupende sfumature colorate, ombreggiature e virtuosismi cromatici sia negli interni che negli esterni da rendere l' ambientazione settecentesca ricca di significati e travolgente nel suo manifestarsi durante tutto lo sviluppo della trama che vede come protagonista nostro emaciato e storpio piccolo protagonista Jean-Batiste Grenouille. E a questo punto sorge già il primo grattacapo a chi, come me, ha letto attentamente e accanitamente il romanzo. Ma Grenoiulle non era descritto come brutto, gobbo, zoppo e semi sfigurato in volto a causa dello scorbunchio? Allora perchè nel film l' attore che lo interpreta è un bel ragazzino dagli occhi azzurri? Mah.... Un Grenouille fedele all' originale forse avrebbe incassato meno ai botteghini? Si dovrebbe supporre di si purtroppo. Ma ci si limitasse solo a questo serebbe niente... E' stato stravolto anche il profilo psicologico del nostro protagonista e questo lo si può notare fin dalla prima mezz' ora di film. Jean-Batiste uccide la sua prima vittima non per errore, come invece il film biecamente suggerisce, ma per pura indifferenza nei confronti della ragazza e dell' umanità in generale; in quanto per egli l'entità fisica di quella ragazza non ha valore di nessun tipo, ciò che egli provava di fronte a sè era solo uno stupendo e ammaliante profumo. Quindi non ha senso alla fine del film che Grenoiulle ripensasse a lei in quanto avvenente figura femminile e volesse possederla, per il semplice fatto che per lui quella ragazza dai bei capelli rossi era semplicemente un profumo, nient' altro. In Jean-Batiste non esiste minimamente attrazione verso qualcuno o qualcuna, nè tanto meno amore o compassione. Ma il peggio delle intenzioni viene fuori a conclusione film, quando il regista colto da un senso di accondiscimento di richieste commerciali distorce il profilo psicologico che Grenouille possedeva nel libro e ci viene dato in pasto il solito banale e ridondante finale moralizzante, insulso quanto dozzinale. Secondo l' infelice scelta registica il nostro Grenouille decide di suicidarsi perchè incapace di amare il prossimo... Peccato che invece il libro afferma l' esatto contrario. Ovvero che il nostro, stanco degli esseri umani che odia e disprezza profondamente, rifiuta l' idea di assoggetarli al suo volere per mezzo della preziosa boccetta, che solo dopo molte ed estenuanti fatiche è riuscito ad ottenere, e dunque decide di togliersi la vita, per mezzo di un sistema molto drastico e sadico, sadico per se stesso. Ma anche per un altro motivo che il film non lascia minimamente trasparire. Ciò forse perchè sarebbe stato poco apprezzato in quanto incomprensibile alle menti ingabbiate di certi spettatori medi. Jean-Batiste comprese, mentre si trovava in mezzo a quella folla scalpitante che lo adulava e desiderava come un dio, che in realtà quello non era ciò che voleva e a cui aspirava. Lui desiderava soltanto sentirsi se stesso, trovare la sua identità, attraverso quello che per lui era il senso più importante e fondamentale, l' olfatto. Ma alla fine non riesce in questo suo intento e pensando di raggiungere un obiettivo agognato per anni e anni in realtà alla fine si trova sconfitto, amareggiato. Scopre troppo tardi che ciò che ha davvero sola importanza per lui non è il potere di manipolare le masse, ma invece qualcosa che non può essere carpito nemmeno dalla più sofisticata delle tecniche di profumeria; il suo sè, il SUO PROFUMO.
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