19 gen 2007

La Ricerca Della Felicità


Gabriele Muccino sbarca in America con un film in perfetto stile Americano, il cui tema principale è la realizzazione di quel sogno americano che è parte fondante della cultura americana da sempre e che, in passato, ha attratto anche così tanti europei speranzosi di poter realizzare tutte le proprie ambizioni di successo e di diventare finalmente "qualcuno" in quel paese dalle mille opportunità. Il film è tratto dalla storia vera di Chris Gardner, durante la presidenza Reagan, in una San Francisco molto cupa. Infatti gran parte delle riprese sono state realizzate nei quartieri poveri di questa maestosa città, tra l' umile quartiere in cui vive il nostro protagonista, desolate stazioni della metrò, l'angusto quartiere popolato da cinesi in cui il figlio di Chris va a scuola e varie altre locations piuttosto avvilenti e squallide. A dare sfondo a tutto ciò c'è la condizione di una parte dei cittadini americani, coloro che vivono senza una casa, in condizioni di estrema miseria e sofferenza, i "perdenti" coloro che non sono riusciti a sfondare nella società e per questo vivono da falliti anche nella dimensione umana ed esistenziale, tagliati fuori dal mondo perchè ad esso non servono più a nulla e quindi, loro mal grado, devono accettare ed assimilare questa loro condizione di “nullità”.
Anche Chris Gardner si troverà nella stessa situazione insieme al suo amato figlio (che è tra l' altro il vero figlio di Will Smith), ma, a differenza di molti, lui ha qualcosa in più, egli possiede uno spirito di sacrificio incomparabile ed una dedizione smisurata verso i propri sogni e desideri. L'emozione padroneggia in tutto il film e cresce nell' evolversi delle situazioni sempre più frustranti e demoralizzanti, ma che, nonostante tutto, non faranno mai demordere Chris nei suoi intenti. Nonostante la sua disperazione e angustia, di una società fredda e crudele nei suoi confronti e anche in quelli di suo figlio, traspaia in molti momenti e da molti suoi comportamenti ed espressioni. Come nella toccante scena in cui Chris si trova costretto a dormire in un bagno pubblico insieme al proprio figlio cercando di rendere al piccolo quella misera vicissitudine meno traumatica per lui, simulando un gioco di fantasia. Ciò ricorda anche un po’ l’analogo comportamento che assume Benigni nei confronti del figlio ne “La vita è bella”, benchè di certo in un contesto di maggiore drammaticità. L’impatto emotivo presente in questa pregevole pellicola ci arriva direttamente al cuore attraverso la convincente e profonda interpretazione di un Will Smith incredibilmente cresciuto artisticamente, rispetto ai remoti tempi in cui recitava nei panni di uno scialbo "principe di Bel Air". Alla fine, dopo immensi sacrifici fisici e psichici, il nostro protagonista coronerà il suo sogno, quello di diventare un uomo di successo, ma, come suggeriscono le ultime parole narranti fuori campo dello stesso Gardner, il periodo della sua vita che egli chiama felicità sarà molto breve, in quanto, sempre parafrasando le sue parole, la felicità non è una conquista stabile e permanente, essa è un viaggio, appunto una ricerca, la quale non avrà mai fine...

1 commenti:

gLf ha detto...

Non "alla ricerca della felicità", ma la ricerca della felicità. Non qualcosa che sai gia' di trovare, da qualche parte, prima o poi. Ma un luogo da raggiungere, un luogo che ancora non conosci e che forse, presto, lascerai di nuovo perchè ha già perso la sua magia.